Restauro Cattedrale Ortodosso Russa di Nizza in Francia

Restauro Cattedrale Ortodosso Russa di Nizza – Francia

Restauro cattedrale
Restauro cattedrale: cupola interna
Restauro cattedrale
Restauro cattedrale: Sopralluogo con Conservatoria francese
Restauro cattedrale
Restauro cattedrale: il cantiere
Restauro cattedrale
Restauro cattedrale: ricostruzione maioliche
Restauro cattedrale
Restauro cattedrale: Sopralluogo iconostasi restauri scientifici conservativi
Restauro cattedrale
Restauro cattedrale: particolare dello scheletro originale di una delle cupole a bulbo
Restauro cattedrale
Restauro cattedrale: dopo smontaggio ponteggi
Restauro cattedrale
Restauro cattedrale: particolare di una cupola a bulbo
Restauro cattedrale
Restauro cattedrale: aquila bicefala dorata

Restauro cattedrale ortodossa: La cattedrale ortodossa di Nizza è, senza dubbio, il più bell’edificio religioso di questo genere al di fuori della Russia, ed è il più grande esempio di perfezione dell’arte religiosa russa all’estero. Dal 1856 al 1860 l’imperatrice Alexandra Féodorovna, vedova dell’imperatore Nicolas I, soggiornò a Nizza per approfittare del clima mite a vantaggio della sua salute precaria. L’imperatrice era accompagnata da alcuni membri della sua famiglia, e molte persone russe presero la sua stessa abitudine di passare l’inverno a Nizza. Così questa città cominciò ad essere conosciuta e visitata da molte persone. Così, appena rientrata a San Pietroburgo, si assicurò l’appoggio necessario, in particolare quello del figlio, l’imperatore Nicolas II e nel 1900 il suo patrocinio nella “Commissione per la costruzione di una nuova chiesa ortodossa a Nizza”. Dopo che la Commissione ebbe finalmente risolto i problemi riguardanti gli apporti finanziari e la ricerca del terreno adatto per l’edificazione della Cattedrale, il progetto venne affidato all’architetto M.T. Préobrajensky (1854-1930). La scelta dello stile, la concezione del progetto, lo studio delle disposizioni, lo stabilimento dei piani dell’opera e la messa a punto dei dettagli e delle decorazioni esterne dell’edificio, dovevano essere congruenti con l’ammirabile prototipo d’architettura russa, optò infatti per il progetto di una Cattedrale in stile “vieux-russien” (lett. “vecchio-russo”) sull’impronta delle chiese di Mosca e Iaroslav. Il progetto dava prova del grandissimo talento di Préobrajensky, dunque fu presentato ufficialmente all’imperatrice Maria Féodorovna e ai membri della Commissione. Esso ricevette la loro piena approvazione; quindi fu sottoposto all’esame e alla critica della Commissione tecnica presso il Santo Sinodo. Anche in questo caso fu approvato senza esitazioni. Non restava che realizzarla. Le ceramiche invetriate  policrome di rivestimento delle cinque cupole a bulbo, delle fasce e delle lunette furono fornite dalla storica ditta Cantagalli di Firenze, mentre la cancellata di delimitazione in ferro battuto, adornata da aquile imperiali e dal giglio fiorentino, fu eseguita dalle Officine Michelucci di Pistoia. Il progetto prevedeva che i muri fossero decorati con grandi pitture religiose. Questa intenzione non poté essere realizzata e, con ciò, gli apparati  decorativi progettati per incorniciare i soggetti principali e farne risaltare il valore, giocano un ruolo principale a cui non erano affatto destinate. Tutti i dipinti furono realizzati dall’artista italiano Designori, dai cartoni di L. Pianovsky. Generalmente, Designori compie il suo dovere in modo molto soddisfacente, con coscienza e talento,  dobbiamo comunque rimpiangere che, per molto tempo, egli fu obbligato a lavorare isolatamente, senza ricevere indicazioni dall’autore dei cartoni e senza poter chiedere i consigli di un artista russo che ne sapesse di realizzazioni di questo genere.

Nell’affrontare il progetto di restauro cattedrale, grazie alla ricchezza e la molteplicità dei materiali e delle tecniche presenti ha creato un percorso progettuale e operativo impegnativo che ha visto l’apporto interdisciplinare di architetti, storici, restauratori, geologi e chimici italiani e francesi.

Questo importante intervento è stato studiato applicando metodologie e materiali italiani contestualizzati al costruito esistente, mantenendo la tradizione italiana della conservazione e del restauro attraverso la ricerca delle caratteristiche di qualità che ha permesso di creare percorsi mirati.

In quest’ottica si evidenziano interventi quali ad esempio:

  • il rifacimento di porzioni di maioliche eseguite a mano con la tecnica del coccio pesto,
  • il badigeon formulato e confezionato con la ricetta ad hoc per riprendere la tradizione francese usando calce italiana stagionata 12 mesi e setacciata a 200 micron, con l’aggiunta nella ricetta di un protettivo per le parti esterne,
  • i consolidamenti localizzati di parti pulvirulente tramite applicazione di nanorestore  per le decorazioni interne (soprattutto per i blu),
  • le dorature su manufatti metallici all’aperto.

All’interno del restauro cattedrale ortodossa ritrovamenti di varie testimonianze storiche di prove di varia natura eseguite direttamente sulle pareti, le analisi storico scientifiche  hanno aiutato a mettere in luce tutto il testo narrativo pittorico, nel quale oggi troviamo stili decorativi, ripensamenti, cromie inedite.

I risultati di queste ricerche relative agli elementi strutturali e decorativi condotte prima e durante gli interventi hanno portato ad un significativo contributo permettendo di acquisire nuovi elementi di conoscenza della cattedrale attraverso il confronto e le scoperte dei dati raccolti.

Consulta gli atti DEL XIII CONGRESSO NAZIONALE DELL’IGIIC