XIII Congresso Nazionale IGIIC

XIII Congresso Nazionale IGIIC-Lo Stato dell’Arte 13 –Torino, Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale

 “IL RESTAURO CRITICO SCIENTIFICO DELLA CATTEDRALE   ORTODOSSA RUSSA DI  SAN NICOLA -NIZZA FRANCIA”

  Barone N. Lino*, Francesca Cappelli, Devis Zanardo**,

 Corrado De Giuli Morghen***

 *Architetto, Societa’ di progettazione BIM ( building international management), Monaco 7-9 Avenue de Grande Bretagne immeuble Le Montaigne,secretariat@bim.mc 

**Soci fondatori Studio di Restauro e Manutenzione Chiave di Volta, via della libertà 1, 31020 Villorba Treviso,www.chiavedivolta.ve.it

***Architecte du Patrimoine, Fabrica Traceorum, 43 Bd Notre Dame, 13006 Marseille, France

 Abstract
 La cattedrale ortodossa di Nizza è, senza dubbio, il più bell’edificio religioso di questo genere al di fuori della Russia, ed è il più grande esempio di perfezione dell’arte religiosa russa all’estero. Dal 1856 al 1860 l’imperatrice Alexandra Féodorovna, vedova dell’imperatore Nicolas I, soggiornò a Nizza. L’imperatrice era accompagnata da alcuni membri della sua famiglia, e molte persone russe presero la sua stessa abitudine di passare l’inverno a Nizza. Così questa città cominciò ad essere conosciuta e visitata da molte persone. Dunque, appena rientrata a San Pietroburgo, si assicurò l’appoggio necessario, in particolare quello del figlio, l’imperatore Nicolas II e nel 1900 il suo patrocinio nella “Commissione per la costruzione di una nuova chiesa ortodossa a Nizza”. Dopo che la Commissione ebbe finalmente risolto i problemi riguardanti gli apporti finanziari e la ricerca del terreno adatto per l’edificazione della Cattedrale, il progetto venne affidato all’architetto M.T. Préobrajensky (1854-1930). La scelta dello stile, la concezione del progetto, lo studio delle disposizioni, lo stabilimento dei piani dell’opera e la messa a punto dei dettagli e delle decorazioni esterne dell’edificio, dovevano essere congruenti con l’ammirabile prototipo d’architettura russa, optò infatti per il progetto di una Cattedrale in stile “vieux-russien” (lett. “vecchio-russo”) sull’impronta delle chiese di Mosca e Iaroslav. Il progetto dava prova del grandissimo talento di Préobrajensky, dunque fu presentato ufficialmente all’imperatrice Maria Féodorovna e ai membri della Commissione. Esso ricevette la loro piena approvazione; quindi fu sottoposto all’esame e alla critica della Commissione tecnica presso il Santo Sinodo. Anche in questo caso fu approvato senza esitazioni. Non restava che realizzarla. Le ceramiche invetriate  policrome di rivestimento delle cinque cupole a bulbo, delle fasce e delle lunette furono fornite dalla storica ditta Cantagalli di Firenze, mentre la cancellata di delimitazione in ferro battuto, adornata da aquile imperiali e dal giglio fiorentino, fu eseguita dalle Officine Michelucci di Pistoia. Il progetto prevedeva che i muri fossero decorati con grandi pitture religiose. Questa intenzione non poté essere realizzata e, con ciò, gli apparati  decorativi progettati per incorniciare i soggetti principali e farne risaltare il valore, giocano un ruolo principale a cui non erano affatto destinate. Tutti i dipinti furono realizzati dall’artista italiano Designori, dai cartoni di L. Pianovsky. Generalmente, Designori compie il suo dovere in modo molto soddisfacente, con coscienza e talento,  dobbiamo comunque rimpiangere che, per molto tempo, egli fu obbligato a lavorare isolatamente, senza ricevere indicazioni dall’autore dei cartoni e senza poter chiedere i consigli di un artista russo che ne sapesse di realizzazioni di questo genere. La ricchezza e la molteplicità dei materiali e delle tecniche presenti hanno creato un percorso progettuale e operativo impegnativo che ha visto l’apporto interdisciplinare di architetti, storici, restauratori, geologi e chimici italiani e francesi. Questo importante intervento è stato studiato applicando metodologie e materiali italiani contestualizzati al costruito esistente, mantenendo la tradizione italiana della conservazione e del restauro attraverso la ricerca delle caratteristiche di qualità che ha permesso di creare percorsi mirati. In quest’ottica si evidenziano interventi quali ad esempio: il rifacimento di porzioni di maioliche eseguite a mano con la tecnica del coccio pesto, il badigeon formulato e confezionato con la ricetta ad hoc per riprendere la tradizione francese usando calce italiana (Bortot) stagionata 12 mesi e setacciata a 200 micron, con l’aggiunta nella ricetta di un protettivo per le parti esterne, i consolidamenti localizzati di parti pulvirulente tramite applicazione di nanorestore (CTS) per le decorazioni interne (soprattutto per i blu), le dorature su manufatti metallici all’aperto. All’interno ritrovamenti di varie testimonianze storiche di prove di varia natura eseguite direttamente sulle pareti, le analisi storico scientifiche  hanno aiutato a mettere in luce tutto il testo narrativo pittorico, nel quale oggi troviamo stili decorativi, ripensamenti, cromie inedite. I risultati di queste ricerche relative agli elementi strutturali e decorativi condotte prima e durante gli interventi hanno portato ad un significativo contributo permettendo di acquisire nuovi elementi di conoscenza della cattedrale attraverso il confronto e le scoperte dei dati raccolti.

 

Introduzione

L’apporto interdisciplinare ha contribuito fortemente a creare il connubio della tradizione italiana e francese per i concetti di minimo intervento, sostenibilità e compatibilità, nell’affrontare il progetto, le metodologie applicate,il cantiere generale.La diagnostica applicata al restauro architettonico ha assunto una sua validità rapportata agli altri ambiti di analisi (rilievo, ricerca storica, analisi dei meccanismi di degrado); in questo modo si sono ampliati i limiti dell’osservazione diretta, che resta comunque una fase fondamentale.

Il complesso intervento è stato seguito con molto interesse e partecipazione dalla Direction Régionale des affaires culturelles, dal Conservateur Régional des Monuments Historiques Robert Jourdan e Mme Lecouvreur; studiato e campionato copiosamente applicando metodologie e materiali contestualizzati al costruito esistente. In quest’ottica si evidenziano interventi quali ad esempio: l’utilizzo del coccio pesto nel rifacimento di porzioni di intonaco interno e delle maioliche di rivestimento esterne,portando la tradizione italiana,scelto per le sue caratteristiche tecniche ; descialbo, pulitura e consolidamento della pietra esterna; l’utilizzo della tecnica di tradizione francese denominata “badigeon” per la finitura monocroma esterna e interna; consolidamento e restauro delle decorazioni interne; restauro delle cupole esterne (strutture in ferro e maioliche invetriate).

 

 

 

 

 

Problematiche di intervento

 

Dalle analisi e dall’osservazione è stata evidenziata sulle pareti sia esterne che interne la presenza di sali di composizione diversa dovuti a passate infiltrazioni d’acqua. Per ottimizzare la situazione di degrado iniziale, dopo l’asportazione di tali sali Fig.1 è stato utilizzato il coccio pesto come cura tradizionale in presenza di umidità all’esterno e nella ricostruzione delle ceramiche decorative del Cantagalli di Firenze, ricreando le porzioni eseguite interamente a mano libera su vari strati escludendo rifacimenti in calco, Fig. 2

CattedraleOrtodossaNizzaFig1

Fig.1

CattedraleOrtodossaNizzaFig2

Fig.2

e all’interno nei rifacimenti dei fondi dell’intonaco ammalorato, rifinito successivamente con un impasto di grassello di calce e polvere di marmo per preparare il supporto all’applicazione del badigeon.

Il materiale lapideo esterno presentava uno scialbo di tipo plastico e acrilico che occludeva la natura della pietra sia dal punto di vista fisico, chimico, estetico e ambientale, tale scialbo è stato asportato in maniera meccanica, nelle parti più adese mediante l’ausilio del descialbante (ECO 7G descialbante biologico). La pulitura della pietra di rivestimento esterna è stata eseguita, in accordo con la Conservatoria francese, a seguito di numerose campionature preventive, mediante impacchi con polpa di carta e carbonato d’ammonio per preparare il supporto all’applicazione del badigeon. Figg.4-5.

 

CattedraleOrtodossaNizzaFig4

Fig. 4

CattedraleOrtodossaNizzaFig5

Fig.5

Il badigeon di calce è un’antica tecnica della tradizione francese di finitura. Un badigeon di calce è una ricetta a base d’acqua, calce e pigmenti naturali. A volte  colorata, bianca, opaca o trasparente. Applicata su supporti di  rivestimento presenta delle buone qualità estetiche.

Per riproporre al meglio questa tecnica è stato deciso di creare un prodotto in collaborazione con una storica azienda produttrice di calce italiana, la Bortot. Dopo varie sperimentazioni e ricerche si è arrivati  a formulare e confezionare  la ricetta ad hoc per riprendere la tradizione francese usando grassello di calce italiana stagionato 12 mesi e setacciato a 200 micron, con l’aggiunta di un protettivo per le parti esterne,creando caratteristiche e condizioni  ideali per le superfici da restaurare.

Gli apparati decorativi interni presentavano analoghi problemi di umidità creando una decoesione della materia. I consolidamenti localizzati di parti polverulente sono stati effettuati tramite applicazione della nanotecnologia per le decorazioni interne (soprattutto per i blu) poiché i fondi blu presentavano, come si evince dalle analisi sottostanti, la quasi totale assenza di legante. Da qui il confronto con vari ricercatori e storici su analoghe metodologie applicate quali la cripta della Chiesa di San Zeno a Verona e la Cappella Brancacci di Firenze.  Fig.6.

CattedraleOrtodossaNizzaFig6

Fig.6

Per quanto riguarda le cupole esterne del Cantagalli, esse hanno visto un momento di ulteriore confronto culminato nel copioso lavoro di catalogazione eseguito dai restauratori stessi dopo lo smontaggio, la pulitura e il rimontaggio. Figg.7-8

CattedraleOrtodossaNizzaFig7

Fig.7

CattedraleOrtodossaNizzaFig8

Fig.8

Nelle pareti interne al corpo di fabbrica sono state rinvenute varie testimonianze storiche con disegni narrati di varia natura eseguite direttamente sulle pareti. Le analisi storico scientifiche  hanno aiutato a mettere in luce il testo narrativo pittorico, nel quale oggi troviamo stili decorativi, ripensamenti e cromie inedite. I risultati di queste ricerche relative agli elementi strutturali e decorativi condotte prima e durante gli interventi hanno portato ad un significativo contributo permettendo di acquisire nuovi elementi inediti di conoscenza sia di autore e metodologia ,seguiranno approfondite ricerche negli archivi storici in Francia ed in russia per stabilirne poi il corso degli avvenimeti. Fig.9

CattedraleOrtodossaNizzaFig9

Fig.9

Analisi chimico-stratigrafiche e mineralogico-petrografiche  Fig.10

CattedraleOrtodossaNizzaFig10

Fig.10

 

Analisi campione CN-2: frammento di intonaco con strato pittorico blu  che spolvera. Zona: interno. Geologo Dott.Davide Melica

Nel campione prelevato CN-2 insistono i seguenti strati:

–          Scialbo bianco di calce carbonata a struttura grumosa, caratterizzato da alcune micro fessure trasversali (150-400µm);

–          Strato pittorico di colore blu scuro, caratterizzato da un fitto reticolo di micro fessure responsabile della sua bassissima coesione. Il colore è determinato da blu oltremare miscelato ad un pigmento nero a grana grossolana e probabile natura carboniosa; sono inoltre presenti gesso e quarzo, come cariche minerali, e ossalati di calcio derivanti dalla mineralizzazione di un legante organico naturale, probabilmente di natura proteica. La forma rotondeggiante e le dimensioni uniformi (5-10µm) delle particelle blu, come pure l’assenza di impurezze, sono elementi indicativi del pigmento artificiale, prodotto per la prima volta in Francia da J. B. Guimet, intorno al 1827;

–          Stesura pittorica blu, molto porosa e data in due mani (80-120µm), resa da blu oltremare mescolato a poco gesso cristallino ed allo stesso pigmento nero individuato nello strato precedente, ma a grana più minuta. Le particelle blu hanno un colore variabile dall’azzurro a blu intenso, forma rotondeggiante e dimensioni comprese tra 5 e 30 µm; anche in questo caso si ritiene possa trattarsi di blu oltremare artificiale;

–          Discontinuo deposito carbonioso superficiale (0-15µm)

CattedraleOrtodossaNizzaAquilaFogliaDOro

Aquila in foglia d’oro

CattedraleOrtodossaNizzaFacciataCeramicaInvetriataInvertita

Ceramica invetriata esterna

Bibliografia

 

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